TENTATO OMICIDIO DI DONALD TRUMP

Hanno tentato di uccidere Trump, durante un comizio a Butler, a un’ora da Pittsburgh, in Pennsylvania.  

Il comizio di Donald Trump è appena iniziato, poco dopo la mezzanotte italiana tra sabato e domenica, quando si sentono alcuni colpi d’arma da fuoco. L’ex presidente si tocca l’orecchio e si cala subito dietro il podio, cercando rifugio. 

«Shooter is down» (il tiratore è a terra), gridano i servizi segreti dopo pochi istanti.  Trump dunque riemerge, circondato dagli agenti dei servizi segreti, solleva il pugno e grida «Fight! Fight!» (Lottate, lottate), mentre viene scortato via.  

In questo articolo analizziamo la dinamica dell’evento, l’arma utilizzata e la lesione riportata da Trump.  

Posizione dello sparatore 

Le indagini preliminari hanno identificato la posizione del tiratore sul tetto di un edificio situato a circa 150 metri di distanza dalla posizione del palco.

Il tiratore si trovava alla destra di Trump. Parrebbe che il proiettile lo abbia attinto solo tangenzialmente.  

Ferita riportata da Donald Trump 

Dalle notizie, nonché dalle immagini diffuse in rete si comprende che Trump è stato attinto in corrispondenza della porzione superiore del padiglione auricolare destro, così come di seguito mostrato.  

Le immagini mostrano chiaramente che il proiettile che ha attinto Trump ha provocato una lacerazione del terzo superiore del padiglione auricolare.

Inoltre, non avendo provocato alcuna altra lesione in corrispondenza del capo, deve ammettersi necessariamente che la traiettoria del proiettile sia stata tangenziale rispetto al capo. Nel gerco comune un proiettile con traiettoria tangenziale è un proiettile “di scriscio”, cioè un proiettile che striscia sulla superficie corporea senza penetrarla.  

Tornando a Trump, pare che il proiettile abbia attinto esclusivamente il padiglione auricolare destro ed, eventualmente, parte della regione limitrofa (cute adiacente il padiglione auricolare stesso).  

Dall’immagine a destra, sembra inoltre che in corrispondenza del polo superiore del padiglione auricolare destro, il proiettile abbia determinato una soluzione di continuo di forma pressocchè nastriforme cioè abbia determinato una lesione cosiddetta a “semicanale”.  

Lesione a semicanale 

Le lesioni a semicanale sono determinate dall’azione di proiettili che attingono la superficie cutanea in modo pressochè́ tangenziale, specie in regioni dotate di una certa curvatura (testa, arti, mammelle, ecc.). In questi casi il proiettile striscia sulla cute esercitando contemporaneamente una energica compressione. Per questo duplice meccanismo si viene a creare una lesione a forma di doccia semicilindrica, più o meno lunga e solitamente poco profonda, che interessa prevalentemente lo spessore del derma, talvolta gli strati superficiali dei muscoli e le ossa (specie se molto superficiali), come la volta cranica, la cresta della tibia e il dorso delle mani e dei piedi.  

La lunghezza di queste lesioni è di solito limitata a pochi centimetri; la larghezza dipende dall’entità della compressione che il proiettile ha esercitato sui tessuti durante il suo passaggio e dai fenomeni di retrazione elastica dei tessuti e non è utile per stabilire il calibro dell’arma impiegata.  

I margini della ferita si presentano finemente frastagliati, contusi ed escoriati e le sue estremità sono solitamente fusate e simmetriche. Per stabilire la direzione del proiettile si dovrà esaminare, eventualmente con l’aiuto di una lente d’ingrandimento, l’aspetto delle minute lacerazioni cutanee presenti sul bordo delle lesioni; tali lacerazioni sono aperte verso la direzione di provenienza del proiettile.

Questo è un esempio di lesione a semicanale (tratto dal libro Balistica Forense e Medicina Legale di Vinci F. e altri autori) 

Conclusione 

Sembrerebbe dunque che l’aggressore sia riuscito a ferire Trump al padiglione auricolare e che la vittima non sia in pericolo di vita. Il proiettile avrebbe quindi colpito solo tangenzialmente il capo della vittima.  

Si precisa che tali informazioni sono state dedotte esclusivamente dal materiale diffuso in rete.  

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Benedetta De Luca

Giovane Medico Legale in formazione specialistica, Esperto in Balistica Forense. Mi occupo di decifrare storie che solo le armi e le munizioni possono raccontare.

2 risposte

  1. Appena trasmesse le prime scene dell’attentato, ho pensato subito alle conseguenze dei tre colpi sparati in quanto dietro a Trump il palco era gremito di folla

  2. Con l’Arma e l’ottica che montava l’aggressore, credo solo una folata di vento abbia fatto si che il tutto non si trasformasse in tragedia.
    È andata bene anche sul retro, i proiettili avrebbero potuto colpire mortalmente 3 volte.
    Il .223 è un calibro preciso e affidabile, sopratutto a distanze cosi ravvicinate, come sono 150 mt.
    Brava Benedetta, sempre approfondimenti interessanti!!

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